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PoesieRacconti.it


giovedì 24 febbraio 2011

Itinerari dell' anima : Viaggio di Dante fra sogno e poesia

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La Divina Commedia è un poema allegorico. È il cammino verso la salvezza che ogni uomo può intraprendere attraverso il mistico viaggio di Dante-pellegrino attraverso i tre regni dell’aldilà, sotto la guida prima di Virgilio, poi di Beatrice e infine di S. Bernardo. Il poema, composto da tre cantiche chiamate "Inferno", "Purgatorio" e "Paradiso", è costituito da 100 canti in endecasillabi, precisamente 33 canti per ogni cantica più un canto proemio, scritto in terzine a rima incatenata con un verso di chiusura alla fine di ciascun canto.
Secondo il pensiero di Dante , che lui stesso ci rende noto nella sua opera Convivio, la Divina Commedia può avere quattro sensi : il senso letterale, l'allegorico, il morale e l'anagogico .
Nel SENSO LETTERALE , l'opera narra il viaggio immaginario di Dante attraverso l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso .
Nel SENSO ALLEGORICO vuole invece significare la conversione di DANTE dal suo traviamento con l'aiuto della ragione umana ( Virgilio) che lo induce a meditare sulla gravita del peccato nel viaggio attraverso l'Inferno e il Purgatorio; mentre poi Beatrice , simbolo della verità rivelata , per intercessione di Maria , lo conduce alla visione di Dio.
Nel SENSO MORALE è un ammonimento ai cristiani , perché considerino quanto sia facile cadere in peccato e difficile liberarsene , se non si meditano le pene riservate nell'eternità ai peccatori e il premio concesso ai giusti.
Nel SENSO ANAGOGICO dimostra come tutta l'umanità dallo stato di infelicità e di disordine, seguendo la guida dell'impero (Virgilio) nelle cose temporali, e della chiesa (Beatrice) nella spirituali possa pervenire alla felicità.
La Divina Commedia può essere considerata un viaggio verso la salvezza attraverso l'analisi di tutte le passioni umane che ci allontanano da essa . E' un ritratto dell'umanità con i suoi vizi , le sue perversioni e anche con i suoi aspetti positivi di generosità .
Verso i 35 anni Dante si smarrisce in "una selva oscura" (simbolo del peccato) ; a fatica giunge ai piedi di un colle (la salvezza).

- La Commedia è un poema didattico-allegorico che ha per soggetto lo stato delle anime dopo la morte e per fine la felicità degli uomini. Il poema descrive la storia di un viaggio che Dante compie a 35 anni attraverso i tre regni dell'aldilà (secondo la concezione medievale), sotto la guida di Virgilio (Inferno e Purgatorio), Beatrice (Paradiso) e s. Bernardo (Empireo). La data d'inizio di questo viaggio - che dura la settimana di pasqua - è la notte del 7 aprile 1300, l'anno del primo Giubileo della storia, indetto da papa Bonifacio VIII.
- Il poema si compone di tre Cantiche (Inferno-Purgatorio-Paradiso), articolate in 100 canti: 33 canti per ogni Cantica, più uno che funge da introduzione all’intero poema (il I canto dell’Inferno, che è composto quindi da 34 canti).
- La forma metrica è la terzina di endecasillabi a rime incatenate, inventata da Dante sul modello della strofa del sirventese provenzale (AAAb / BBBc / CCCd…) o della terzina del sonetto italiano.
- Nell’opera è evidente la ricerca della simmetria, per lo più fondata sui numeri 3 (simbolo della Trinità) e 10 (numero perfetto). Tre sono le cantiche; ognuna ha 33 canti, più un canto introduttivo nell’Inferno, per un totale complessivo di 100. Tre le diverse categorie di anime che popolano i regni (nell’Inferno prima incontinenti, violenti, fraudolenti; nel secondo regno coloro che diressero il loro amore al male, amarono poco il bene, amarono troppo i beni terreni; nel Paradiso gli spiriti saeculares, activi e contemplantes). Simmetrica è la partizione interna dei regni: l’inferno ha 9 cerchi e un vestibolo, l’Antinferno (=10); il Purgatorio 9 parti (spiaggia, Antipurgatorio, 7 cornici) più il Paradiso terrestre (=10); Il Paradiso 9 cieli più l’Empireo (=10). Tutte e tre le cantiche si chiudono con la parola "stelle". 
http://www.codexart.net/divina-commedia-sabbione-big.jpg

Inferno - Canto I
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
ché la diritta via era smarrita.

  Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!

  Tant'è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch'i' vi trovai,
dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte.

  Io non so ben ridir com'i' v'intrai,
tant'era pien di sonno a quel punto
che la verace via abbandonai.
 
http://www.adesso-online.de/files/adesso/leadimages/XI-canto-paradiso-divina-commedia.jpg
Purgatorio - Canto I 
Per correr miglior acque alza le vele
omai la navicella del mio ingegno,
che lascia dietro a sé mar sì crudele;

  e canterò di quel secondo regno
dove l'umano spirito si purga
e di salire al ciel diventa degno.

  Ma qui la morta poesì resurga,
o sante Muse, poi che vostro sono;
e qui Caliopè alquanto surga,

  seguitando il mio canto con quel suono
di cui le Piche misere sentiro
lo colpo tal, che disperar perdono.

  Dolce color d'oriental zaffiro,
che s'accoglieva nel sereno aspetto
del mezzo, puro infino al primo giro,

  a li occhi miei ricominciò diletto,
tosto ch'io usci' fuor de l'aura morta
che m'avea contristati li occhi e 'l petto.
 
http://www.docushare.it/mediasoft/dante/graphics/inf02.jpg
Paradiso - Canto I
La gloria di colui che tutto move
per l'universo penetra, e risplende
in una parte più e meno altrove.

  Nel ciel che più de la sua luce prende
fu' io, e vidi cose che ridire
né sa né può chi di là sù discende;

  perché appressando sé al suo disire,
nostro intelletto si profonda tanto,
che dietro la memoria non può ire.

  Veramente quant'io del regno santo
ne la mia mente potei far tesoro,
sarà ora materia del mio canto.