On the Book

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PoesieRacconti.it


giovedì 14 aprile 2011

I libri curano l'anima...

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Quante volte la lettura di un libro ci ha aiutato a superare un momento di difficoltà o, molto più semplicemente, ci ha aiutati a scivolare in un sonno piacevole; ci ha distratto con una risata, ci ha fatto riflettere su noi stessi attraverso un personaggio nel quale ci siamo rispecchiati? Cosa sia la libroterapia ce lo spiegherà Miro Silvera, autore del fortunato libro che s’intitola appunto Libroterapia. Un viaggio nel mondo infinito dei libri, perché i libri curano l'anima.

La libroterapia non cura i disturbi psichiatrici, anche minori, ma costituisce un prezioso strumento d’intervento per tutta quella “zona grigia” che va dalla crisi esistenziale o familiare alla normale tristezza o alle crisi delle “età di passaggio”, dallo smarrimento d’identità alla caduta di ruolo, situazioni che quasi mai richiedono di essere “medicalizzate”.
In un mondo che corre vertiginosamente e che ha fatto dello “scaricare da internet” una sorta di nuovo comandamento, la lettura, attraverso il contatto fisico con la pagina scritta, rappresenta un’ancora di salvezza, un momento di pausa e di riflessione, irrinunciabile per ascoltarsi, scoprire se stessi e prendersi cura del proprio sé.

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I libri danno benessere, e la biblioteca è la farmacia dell'anima. Per qualsiasi disturbo, carenza o bisogno, i libri curano, nutrono, confortano. Tenendo sempre teso il filo sottile dell'ironia, Miro Silvera accompagna i lettori tra gli scaffali e accanto ai comodini, gira attorno alle poltrone preferite e porge il cuscino giusto.
"Il vero luogo natìo è quello dove per la prima volta si è posato uno sguardo consapevole su sé stessi. La mia prima patria sono stati i libri" afferma l'imperatore Adriano ricostruito dalla sottile penna della Yourcenar.
Libri come veicoli di libertà, occasioni di incontro, compagni di solitudine, immagine speculare di sè, o forse più semplicemente come rimedi al male di vivere, "il più imbarazzante di tutti i mali". 
Sembra infatti che la mera visione di libri eserciti un certo effetto terapeutico e forse c'è in questo qualcosa di vero se si considera che un pittore italiano, Armodio, ha fatto dei libri la sua principale musa ispiratrice. Libri quindi come lenitivi un po' a tutto tondo. Del resto, che le parole curino se ne è cominciato a fare esperienza diretta con la nascita della psicoanalisi.
Scrive Barry Lopez " a volte, per sopravvivere si ha bisogno, più ancora che di cibo, di una storia". Ma Silvera non si limita a prescrivere libri a seconda del malanno, ma va oltre, dedicando qualche paginetta anche ai luoghi dove praticare la libroterapia senza con questo giungere alla soluzione estrema adottata da Saba che scelse addirittura di vivere nella sua libreria. Forse perché anche solo sentirsi circondati dai libri può avere un effetto catartico e rassicurante. Questa la sensazione che si riceve nel vedere Astrid Lindgren all'interno del suo salotto di casa letteralmente sommersa da edizioni della sua eroina dalle trecce rosse o ancora Tiziano Terzani immortalato in uno scatto domestico mentre è sprofondato in una poltrona con alle spalle una parete di libri schierati, quasi in veste di numi tutelari. Se poi i libroterapeuti suggeriti da Silvera non dovessero rivelarsi all'altezza dei nostri malanni riprendendo sempre Lopez, caro apprendista lettore che alberghi in tanti di noi, mi verrebbe da suggerire "Se ti arrivano delle storie, abbine cura. E impara a regalarle dove ce n'è bisogno". 

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“Leggere è vivere attraverso gli occhi di un altro. In questo modo si esce poco a poco fuori da sé, dimenticando i problemi e gli assilli mondani per calarsi in un altrove sovente straniero e sconosciuto. Che miracolosamente calma e guarisce”.

Miro Silvera

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Prendetela come una specie di terapia intensiva, una rehab sentimentale a base di letteratura. Per ripescare lui, se mai l’aveste perduto, o per ripartire con nuovi flirt. Secondo i neuroscienziati dell’università del Kentucky la fiction, allenando a immaginarsi diverse, sviluppa abilità cruciali dal punto di vista evoluzionistico (sintonizzarsi con gli altri, diventare più empatiche) e quindi ad affrontare meglio i love affair. Interessate a un percorso di uscita dal tunnel della disgrazia amorosa? Con l’aiuto dello psicosessuologo Alberto Caputo abbiamo fatto la top ten dei grandi classici, i romanzi indispensabili alla guarigione.
1. Per (s)fidanzate perenni - La macchia umana, di Philip Roth
Prescrizione per capire che l’amore vero spesso arriva quando si abbandonano pregiudizi e falsi miti. E ci si ritrova finalmente sullo stesso piano, senza più veli (come diceva anche Charlotte Brontë in Jane Eyre). Per riscoprire in due il valore della complicità.
2. Per quarantenni a corto di pathos - L’amante, di Marguerite Duras
Intriso di una sensualità forte, sconvolgente e cruda, è la prova che a ogni età è possibile riattivare l’onda e amare appassionatamente, con il corpo e con la mente. Magari sovvertendo le regole e scegliendo l’uomo che credevate il vostro opposto.
3. Per traditrici seriali - Domani nella battaglia pensa a me, di Javier Marías
Ecco l’occasione per (ri)scoprire che l’inganno fa parte del gioco sempre ambiguo dell’amore. Anche senza volerlo, a volte senza saperlo, presto o tardi tutti in qualche modo lo infliggiamo o lo subiamo. Un invito a perdonare (e a perdonarsi).
4. Per quelle che non c’è limite all’attesa - Il museo dell’innocenza, di Orhan Pamuk
Sintomi: un fidanzato fedifrago, appassionato ma allergico a scelte e responsabilità. Rimedio: come Fusün, protagonista del romanzo del Nobel, dimostrare al partner che la vostra pazienza non è eterna e il vostro amore ha un prezzo. Risultato: sottrarlo all’altra ed evitargli di rimpiangere voi per tutta la vita.
5. Per martiri della coppia - Tutta un’altra musica, di Nick Hornby
Avviso alle vittime del mito dell’amore a ogni costo. L’errore è credere di non poter cambiare e non voler vedere quando la coppia scoppia. Tarpando le ali all’anima. Rimedio: tornare se stesse, seguendo la melodia della libertà ritrovata.
6. Per eterne seconde (ma ancora per poco) - Rebecca la prima moglie, di Daphne du Maurier
Dedicato a tutte quelle che sentono aleggiare il fantasma delle sue ex, ma vogliono far piazza pulita del passato. Perché ormai hanno capito: è amarsi il miglior modo per farsi riamare.
7. Per innamorate deluse - Le parole che non ti ho detto, di Nicholas Sparks
Anche le grandi storie a volte finiscono. Tra incomprensioni, dubbi e mezze verità. Morale? Quello che sembra il blando e immeritato epilogo di una folle infatuazione forse è molto di più:l’ultimo round di un incontro che ci ha evitato noia e banalità.
8. Per geishe dei fornelli - Dolce come il cioccolato, di Laura Esquivel
Come cucinare quaglie ai petali di rosa (spolpando il bouquet offerto da lui) e scoprire che la seduzione è un gioco sottile che passa (anche) attraverso il cibo. Una storia per imparare a tessere la tela della malia amorosa senza temere rivali.
9. Per chi non vuole ballare da sola - Dance, Dance, Dance di Haruki Murakami
Un disastro (sentimentale) vi risucchia l’energia. Terapia d’urto: riconnettersi al mondo e ricominciare a danzare. Ma sempre sull’onda delle proprie good vibrations. Murakami docet.
10. Per bulimiche affettive - Follia, di Patrick McGrath
Ok scegliere l’impossibile senza risparmiarsi né risparmiare nulla. Ma quando il flusso dei sentimenti diventa anarchia emotiva, è l’ora di uno stop. Perché il rischio, a non dire mai no, è di farsi manipolare. Misura d’urgenza: un romanzo per ripensarci.

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