On the Book

On the Book

PoesieRacconti.it


lunedì 14 febbraio 2011

Quando il sogno diventa realtà....La rosa purpurea del cairo (1985)

Titolo originale: The Purple Rose of Cairo
Genere: Fantastico
Nazione: U.S.A
Anno di produzione: 1985
Data di uscita al cinema: n.d.
Durata: 82 Minuti
Regia: Woody Allen
Interpreti: Mia Farrow, Jeff Daniels, Danny Aiello, Van Johnson
Premi e nomination: Golden Globe - Miglior Sceneggiatura


Nell’America degli Anni ’30, nel bel mezzo della Grande Depressione, Cecilia lavora come cameriera in un bar per mantenere il marito Monk, fannullone e disoccupato. Per soffocare le proprie frustrazioni, Cecilia trascorre gran parte del suo tempo libero al cinema; fino al giorno in cui, mentre assiste ad un film intitolato “La rosa purpurea del Cairo”, uno dei personaggi esce dallo schermo e le viene incontro…
http://images.amazon.com/images/P/B00004RL24.03._SCLZZZZZZZ_.jpg

Può l’arte infrangere le regole della finzione e mescolarsi alla realtà? O, per essere più precisi, cosa accadrebbe se il personaggio di un film decidesse all’improvviso di uscire dallo schermo per tuffarsi nel “mondo reale”? Woody Allen prova a raccontarcelo ne “La rosa purpurea del Cairo”, una delle opere più originali e fantasiose della sua vastissima produzione. Per la seconda volta dopo “Interiors” Allen si limita a restare dietro la macchina da presa, concentrandosi sul ruolo di regista per mettere in scena un’incantevole favola moderna in cui immaginazione ed ironia si amalgamano con un equilibrio a dir poco perfetto. 

Ambientata negli anni della Grande Depressione, la storia ha come protagonista Cecilia, una giovane donna insoddisfatta e frustrata interpretata con sensibilità da una bravissima Mia Farrow (alla sua quarta collaborazione con Allen, a quel tempo suo compagno anche nella vita). Intrappolata in un’esistenza grigia e squallida e in un matrimonio ormai privo di passione, Cecilia trova la sua unica via di fuga dai problemi della realtà nel cinematografo: e proprio nel buio della sala incontra Tom Baxter (Jeff Daniels), un affascinante avventuriero che tutt’a un tratto smette di recitare le battute del suo copione e decide di fuggire insieme a lei. Il rapporto fra verità e fiction viene così rovesciato da Allen per dar vita ad un formidabile paradosso narrativo, in cui il gioco surreale funge da cornice per una profonda riflessione metacinematografica (non a caso il film che Cecilia va a vedere al cinema si intitola “La rosa purpurea del Cairo” ).
 
http://www.claudiocolombo.net/FotoDVD/larosapurpureadelcairo3.jpg

Ispirandosi al teatro di Luigi Pirandello (“Sei personaggi in cerca d’autore”) ed al film “Calma, signori miei!” (“Sherlock Jr”) di Buster Keaton (dal quale riprende l’espediente del passaggio dalla realtà alla finzione), Woody Allen prosegue così il suo discorso sulla creazione artistica e sul potere immaginifico dell’arte e dello spettacolo, regalandoci al tempo stesso una delle più straordinarie dichiarazioni d’amore per il cinema, suggellata in un meraviglioso finale: quando Cecilia, rifugiatasi ancora una volta nell’ombra della sala, assiste con magico rapimento alle piroette di Fred Astaire e Ginger Rogers nel film “Cappello a cilindro”, sulle note della canzone “Cheek to cheek”. Eccellente la ricostruzione dell’America degli Anni ’30, impreziosita dalla fotografia del solito Gordon Willis e da un campionario di musiche d’epoca: altri pregi di un film graziosissimo, dotato di un’armonia che ha del miracoloso.


Scritta da Stefano Lo Verme , sabato 26 settembre 2009
http://www.paolomarzola.com/blog/wp-content/uploads/2008/04/purple_rose_cairo_001.jpg



































































   CITAZIONI DAL FILM

 Il personaggio dello schermo (Jeff Daniels) e il personaggio della vita reale (Mia Farrow) 
 
Allora è stata dura per te.
Oh, è stata dura per tutti quanti, sai: vivere nel mondo senza lavoro, con le guerre... Tu non avrai mai sentito parlare della Grande Guerra.
No, me la sono persa.
Sì, vedi: le persone... le persone invecchiano, e si ammalano, e non trovano mai il vero amore.
Da dove vengo io le persone non deludono mai: sono coerenti, sono sempre affidabili.
No, non si trovano di quel tipo nella vita vera.


Mia Farrow all'attore Jeff Daniels

Sono confusa, sono sposata, ho appena incontrato un uomo stupendo... È immaginario, ma non si può mica avere tutto!

Tom (Jeff Daniels), Cecilia (Mia Farrow) e il personaggio di fantasia Tom (Jeff Daniels)
 
Gil: Vuole dirgli di tornare? Gli dica che non lo ama! Gli dica che non può amarlo, è di fantasia! Vuol perdere tempo con un uomo di fantasia? È una donna dolce, si merita un essere umano.
Cecilia: Ma… Ma Tom è perfetto!
Gil: Sì, però non è reale. A che serve il perfetto se l'uomo non è reale?
Tom: Io posso imparare a esserlo. È facile, non ci vuol niente. A me di essere reale viene naturalissimo. 

La vita è un sogno ?

http://pissirina.altervista.org/_altervista_ht/Immagine3.png
“La vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere meglio?”
Questa è forse una tra le più famose frasi della televisione italiana, ed è una domanda che Gigi Marzullo fa durante le sue cervellotiche interviste notturne.
Partirò da questa semplice domanda per farti notare il potere della linguistica che usiamo ogni giorno. Infatti, una domanda che sembra innocua, riserva invece almeno un paio di trappole linguistiche.
E’ facile notare con questo esempio infatti, quanto la linguistica ci “imponga” certe immagini mentali piuttosto che altre, quanto riesca a spostare il nostro focus di attenzione. Questo fa parte dello studio della PNL – Programmazione Neurolinguistica.
“La vita è un sogno O i sogni aiutano a vivere meglio?” è una domanda che non lascia scampo. Quindi o “A” o “B”, o bianco o nero, o luce o buio. Qui non siamo di fronte ad una scelta: è un dilemma.
Non solo, ma con una domanda di questo tipo, se una cosa (ad esempio “A”) viene scartata, per cui data per falsa, l’altro elemento (“B”) viene invece dato in automatico come vero.
Qual è la risposta “giusta” a questa domanda? E’ quello che probabilmente si sono chiesti molti di quelli che sono stati intervistati da Marzullo.
La risposta giusta non è altro che quella che funziona per te. Se per te funziona pensare che “la vita è un sogno” e ti fa vivere felicemente e realizzando i tuoi desideri, allora continua a pensarlo. La stessa cosa vale se pensi invece che “i sogni aiutano a vivere meglio”. Quello che importa però è guardare oltre le due opzioni che ti vengono date. Guarda la tua situazione attuale, la tua realtà, le tue risorse e pensa a tutte le altre possibilità che hai.
Ad esempio, per quanto mi concerne, a questa domanda potrei rispondere con la seguente affermazione:
La vita PUÒ essere un sogno E i sogni POSSONO aiutare a vivere meglio.

http://www.specialgratis.it/sfondi_a/fantasia/fantasia007.jpg
In questo modo comprendo le due affermazioni nella risposta e così, di fatto, ho davvero fatto una scelta, perché da un dilemma di due sole possibilità ho individuato una terza via (da “A” o “B” siamo passati ad “A” o “B” o “A+B”). Inoltre, non prendo le due frasi fatte come verità assolute, ma le metto nella categoria delle possibilità. Infatti:
  • La vita PUÒ essere un sogno SE trasformi i tuoi sogni in obiettivi concreti e fai ciò che è necessario per realizzarli restando coerente con te stesso;
  • I sogni POSSONO aiutare a vivere meglio SE li trasformi in obiettivi concreti e passi all’azione facendo i passi necessari per raggiungerli.
Ora, pensa a tutte le volte che ti hanno rivolto delle frasi simili, obbligandoti ad affrontare un dilemma:
“O mangiamo messicano O mangiamo cinese” -> Ci sono solo due ristoranti in zona? Entrambi etnici? E se volessi mangiare cibo della zona?
“O ti sposi a quest’età O resterai zitella per tutta la vita”
-> Chi lo ha detto? E se sposassi la persona sbagliata non sarebbe peggio? Dove sta scritto che c’è un’età per trovare la persona giusta?
“O fai oggi questo investimento O domani sarà troppo tardi”
-> Davvero non posso farlo anche domani? E anche se domani fosse tardi, chi ha detto che questo sia un investimento giusto? Perché hai così tanta fretta nel volere farmi firmare questo contratto..?
Non è detto che tu debba contestare TUTTE le domande che ti vengono fatte in questo modo. La cosa importante è che, nonostante siano domande “malformate”, o perché poste in maniera errata (forse la realtà di chi fa la domanda è effettivamente limitata) oppure perché volontariamente tendenziosa (e quindi chi fa la domanda vuole ottenere da te una fra le due risposte, se non addirittura una ben precisa), tu pensi alla tua realtà e a tutte le scelte che hai a disposizione.
Se limiti le tue scelte è più facile che tu scelga un qualcosa che non vuoi veramente o che vogliono gli altri da te. Se invece crei un ventaglio di scelte davanti a te è più facile che tu possa vivere la vita che desideri davvero.