On the Book

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PoesieRacconti.it


domenica 13 febbraio 2011

“Giudizi universali” di Samuele Bersani (1997)


Troppo cerebrale per capire che si può star bene senza
complicare il pane
ci si spalma sopra un bel giretto di parole vuote ma doppiate
Mangiati le bolle di sapone intorno al mondo e quando dormo
taglia bene l’aquilone, togli la ragione e lasciami sognare, lasciami
sognare in pace
Liberi com’eravamo ieri, dei centimetri di libri sotto i piedi
per tirare la maniglia della porta e andare fuori come Mastroianni
anni fa,
come la voce guida la pubblicità
ci sono stati dei momenti intensi ma li ho persi già
Troppo cerebrale per capire che si può star bene senza
calpestare il cuore
ci si passa sopra almeno due o tre volte i piedi come sulle aiuole
Leviamo via il tappeto e poi mettiamoci dei pattini
per scivolare meglio sopra l’odio
Torre di controllo, aiuto, sto finendo l’aria dentro al serbatoio
Potrei ma non voglio fidarmi di te
io non ti conosco e in fondo non c’è
in quello che dici qualcosa che pensi
sei solo la copia di mille riassunti
Leggera leggera si bagna la fiamma
rimane la cera e non ci sei più…
Vuoti di memoria, non c’è posto per tenere insieme tutte le
puntate di una storia
piccolissimo particolare, ti ho perduto senza cattiveria
Mangiati le bolle di sapone intorno al mondo e quando dormo
taglia bene l’aquilone
togli la ragione e lasciami sognare, lasciami sognare in pace
Libero com’ero stato ieri ho dei centimetri di cielo sotto ai piedi
adesso tiro la maniglia della porta e vado fuori
come Mastroianni anni fa, sono una nuvola, fra poco pioverà
e non c’è niente che mi sposta o vento che mi sposterà
Potrei ma non voglio fidarmi di te
io non ti conosco e in fondo non c’è
in quello che dici qualcosa che pensi
sei solo la copia di mille riassunti
Leggera leggera si bagna la fiamma
rimane la cera e non ci sei più, non ci sei più, non ci sei…


 http://www.musicroom.it/articolo/samuele-bersani-giudizi-universali-testo-e-video-ufficiale/8143/

Con "Giudizi Universali", Bersani si assicura un lasciapassare senza scadenza per la memoria collettiva di più generazioni, così come un vitalizio garantito nella storia della migliore canzone d'amore italiana, ma quello che qui va notato è soprattutto lo slalom elegante con cui l'estro letterario irrefrenabile delle sua penna pattina sulla pagina della musica, dribblando tutti i luoghi comuni e il frasario impacciato di certo indurito ciarpame canzonettistico fatto di anni e anni di amori infelici e cuori spezzati (e "Giudizi Universali" è anche e soprattutto un' invettiva contro la fatua e deprecabile inutilità delle frasi fatte), rivitalizzando la lingua pulsante di una canzone italiana restituita a tutto il suo potenziale inventivo.
 

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